Londra- Un
gallo blu sovrasta la piazza a Trafalgar Square. E mentre la scultrice
dell’opera rimane incredula per tanto clamore, proteste e manifestazioni da
diverse associazioni tradizionaliste e nazionaliste, ( tra cui la Thorney
Island Society) , definiscono l’opera del tutto “inappropriata”. Chi poteva mai immaginare
che camminando un giorno per la città, ci si poteva imbattere in un gallo alto
cinque metri?. Ma la domanda è una sola, che ci fa un gallo su una colonna di
Trafalgar Square? La colonna per chi non lo sapesse è quella su cui,
cinquant’anni fa, avrebbe dovuto prendere posto la statua equestre di re
Guglielmo IV, mai portata a termine: rimasta vuota, accoglie dal 1998 sculture
temporanee di artisti internazionali, allestite ognuna per diciotto mesi.
L’artista
tedesca Katharina Fritsch, ha realizzato così una scultura in fibra di vetro
impiegando ben due anni e ha scelto proprio la città di Londra per presentarla.
Ma la scultura non è vista bene in terra britannica, poiché il gallo pare sia
il simbolo della Francia. La domanda che tutti si sono posti è stata: Cosa ci fa un simbolo francese in terra
britannica?Una provocazione?. Katharina Fritsch ci tiene a spiegare di non
essere al corrente del fatto che, il galletto, è anche il simbolo non ufficiale
della Francia. Il volatile gigante infatti oltre al “simbolo” provocativo,
assume quindi una valenza ironica, dal momento che, la famosa piazza londinese,
nacque per celebrare la sconfitta dei francesi nella battaglia di Trafalgar, evento
in cui Lord Nelson perse la vita. Per la Fritsch, l’opera è in realtà una
scultura femminista, perché creata da una donna, in una città simbolo del
business e caratterizzata da una forte cultura maschile. Come interpretare,
dunque questa scultura? La prima cosa che conta, per la Fritsch, è l’impatto
visivo dei suoi monocromi ispirati a un comunissimo bestiario: gatti, serpenti,
topi, elefanti. “ Parallelamente, la sfida è quella di estrapolare dal reale
dei soggetti – animali, ma anche personaggi noti, icone sacre, simboli politici
e culturali – calarli nel neutro del filtro monocromo, affidarli a una
perfezione innaturale e quindi aprirli a molteplici interpretazioni.
Enfatizzando il gap tra realtà e rappresentazione, tra immagine e oggetto”
afferma la scultrice. Nello specifico, sono tre i concetti che si
incarnerebbero nell’opera: Rigenerazione, risveglio, forza. Insomma, il
gallo blu sarebbe una specie di nobile guerriero o sentinella, presenza celeste
che osserva dall’alto la città, un po’ dominandola, un po’ sorvegliandola. E a
noi allora non ci resta che salutarlo ogni volta che lo vediamo e augurarci che
non canti troppo presto la mattina.
Simone Palermo
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