Chi può dire cosa sarebbe
riuscito a produrre e reinterpretare Keith Haring se non fosse morto a soli 31
anni? .. dopo Picasso, Matisse, o Alechinsky, quanti stimoli e opere d’arte
avrebbe fatto rivivere con il suo stile unico? Per l’occasione Domus Artis
Gallery è lieta di ospitare “Omaggio a
Keith Haring”, una selezione di opere dell'artista statunitense a cura
di Andrea Ingenito. Domus
Artis è una società che si occupa di
intermediazione d'arte moderna e contemporanea su tutto il territorio
nazionale. In mostra circa trenta lavori in cui le celebri figure
danzanti, gli animali e il “radiant baby” di Haring si alternano e si
rincorrono, in composizioni spesso ironiche e paradossali. I suoi graffiti, tracciati inizialmente nelle
stazioni della metropolitana newyorchese, sono stati trascritti ed utilizzati
nei contesti e sui materiali più diversi, confluendo ben presto in un
linguaggio visuale universalmente riconosciuto. Egli stesso ha spinto molti
“nuovi” artisti ad una forma di linguaggio che fosse diversa dalle altre, non
convenzionale. Le sue opere affrontano temi
universali come nascita, morte, sesso e guerra, promuovono messaggi di pace e
fratellanza, denunciano le conseguenze disastrose del nucleare e dell'uso
smodato della televisione, piegando la pubblicità a fini artistici e sociali. Nella
sua breve ma intensa carriera (muore di AIDS il 16 febbraio del 1990 a soli
trentuno anni) Haring ha partecipato ai più prestigiosi appuntamenti
internazionali. La vitalità del suo linguaggio, il suo impegno nella lotta
contro la discriminazione e l'AIDS lo rendono un'icona universale del mondo
contemporaneo. Il concept della Domus Artis Gallery prevede l'alternarsi di mostre di
artisti contemporanei con Omaggi, ovvero esposizioni di opere selezionate di maestri
storicizzati. In due parole: Emozione e Investimento. La cornice
ideale per fruire delle opere di Keith Haring non è infatti rappresentata solo
dal “wild side” cantato da Lou Reed o dalle graffianti e cupe atmosfere dei
Velvet Underground, ma soprattutto da una densa varietà di linguaggi
“sub-urbani”quali la musica dance, la Street Art e la break-dance che, proprio
nell’epoca di maggior attività dell’artista, conoscevano nuove forme
stilistiche nella definizione di una loro specifica identità.“Haring non ha mai
smesso di credere che l’arte fosse capace di trasformare il mondo, poiché gli
attribuiva un’influenza positiva sugli uomini. « Mi
è sempre più chiaro che l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento
di pochi. L'arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare »
(Keith Haring)
bellissima esperienza
RispondiEliminaBel articolo complimenti.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per questo nuovo blog!
RispondiEliminaProprio bello
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